“E venne il giorno”
E’ il titolo di un film del 2008, scritto, diretto e prodotto da M. Night Shyamalan, in cui la natura si vendica dei disastri provocati dell’uomo portandolo all’autoeliminazione. Qui, si utilizza per indicare, invece, il giorno in cui a Roma, davanti la sede di lavoro del Ministro della Salute, Roberto Speranza, la coscienza andò a farsi benedire. Vi starete chiedendo cosa sia mai successo di così tanto grave? E perche’ propio davanti la sede di lavoro del nostro Ministro? Tutte domande a cui lo scorso 6 dicembre molti uomini e donne radunatosi cercavano delle risposte.
Il gruppo U.C.D.L (Unione per le cure, i diritti e libertà) diretto dall’Avv. Erich Grimaldi, che da quasi due anni si batte insieme a un team di medici professionisti per le terapie domiciliari precoci, si è radunato davanti la sede del Ministero della Salute, a Roma in via Lungotevere Ripa 1, per chiedere giustizia e, questa volta, non tanto sul tema delle terapie domiciliari (al quale, ancora oggi rimangono inascoltati), ma per un tema altrettanto importante: quello del vaccino anti-covid 19 e le sue reazioni avverse (qui il video).
Parliamo di pericarditi, miocarditi, paralisi temporanee, problemi all’udito, problemi di visibilità agli occhi, herpes, allergie, spossatezza continua, difficoltà serie a lavorare e a camminare bene. Di questi problemi sembra non doverne rispondere nessuno, nè chi ha prodotto questi vaccini e nemmeno il Ministero della Sanità; nemmeno per un risarcimento? Il consenso informato che si firma quando ci si va a vaccinare non lo prevede? Pare che la responsabilità della scelta ricada solo su chi, seguendo la scienza o le disposizioni governative, decide di vaccinarsi.
Caro lettore, voglio che tu sappia che il vaccino è importante per la comunità… e voglio anche che tu sappia che la stragrande maggioranza della popolazione Italiana non ha avuto nessuna complicazione dal vaccino, quindi bisogna avere fiducia nella scienza e nelle istituzioni, ma la vera domanda da chiedersi è : “Ma se un giorno capitasse a me?”
A differenza di chi gli è andata bene, c’è una parte della popolazione che anch’essa, per senso civico e dovere morale, ha affrontato senza problemi la vaccinazione, senza fare accertamenti, accorgendosi però, nei giorni a seguire, che qualcosa dentro di loro era cambiato; quella parte di popolazione si è resa conto che forse, le decisioni affrettate, a volte, non sono poi così tanto salutari e che la scienza non e un dogma e si può tranquillamente dubitarne.
Il Ministero, invece, non li ha voluti incontrare. Anzi, la manifestazione è stata postata, dalla prefettura, in uno spazio lontano dalla sede del Ministero, nonostante avessero anticipato con una lettera-diffida, che avrebbero organizzato questo tipo di protesta, se non avessero ottenuto risposta (articolo di affaritaliani.it).
Il rapporto dell’ AIFA che copre il periodo dal 27 dicembre 2020 al 26 settembre 2021 riporta che “sono state inviate 101.110 segnalazioni di eventi avversi successivi alle vaccinazioni su un totale di 84.010.605 dosi somministrate, corrispondenti a un tasso di segnalazione di 120 ogni 100.000 dosi somministrate (indipendentemente dal tipo di vaccino e dal numero dalla dose). La maggior parte di queste segnalazioni (68%) fa riferimento al vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech), in quanto si tratta del vaccino maggiormente utilizzato nella campagna vaccinale italiana (71,2%).
La maggior parte degli eventi segnalati (85,4%) viene classificata come non grave (tasso di segnalazione di 103 ogni 100.000 dosi somministrate); gli effetti segnalati invece come gravi (il 14,4%) hanno avuto come esito solitamente una risoluzione completa o un miglioramento (tasso di segnalazione di 17 eventi ogni 100.000 dosi somministrate).
Dal mese di settembre sono inoltre in corso le somministrazioni della 3° dose di vaccino (46.357 dosi), per le quali al momento è presente una sola segnalazione (non grave) in una persona affetta da HIV. Le reazioni segnalate si sono verificate nella maggior parte dei casi (76%) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo; più raramente si è andati oltre le 48 ore successive.
Nel periodo in esame circa il 46% delle dosi somministrate è stato utilizzato per completare il ciclo vaccinale (seconde dosi), soprattutto con vaccino Comirnaty. Inoltre, complessivamente, sono state effettuate 644.428 vaccinazioni “eterologhe” (in soggetti con meno di 60 anni che avevano ricevuto Vaxzevria (Astrazeneca) come prima dose). Per completare il ciclo è stato utilizzato Comirnaty nel 76% dei casi e Spikevax (Moderna) nel 24%.
Per questa categoria di soggetti ci sono state 262 segnalazioni (40 ogni 100.000 dosi somministrate), di cui il 77% attribuite al vaccino Comirnaty.
Al 26/09/2021 sono state somministrate infine 5.623.932 dosi di vaccino in adolescenti di età compresa tra 12 e 19 anni (56% di prime dosi e 44% di seconde dosi). L’87,7% di dosi somministrate coincide con l’uso del vaccino Comirnaty. In questa fascia di età sono state complessivamente inserite 1358 segnalazioni di sospetto evento avverso, con un tasso di segnalazione di 24 eventi ogni 100.000 dosi somministrate, di cui il 76,7% è stato riportato come “non grave” mentre il 23,1% come “grave”.
608 segnalazioni gravi riportano “decesso” come esito finale, la maggior parte delle quali sono riferite a Comirnaty, sempre per la maggiore frequenza di somministrazione. Il tempo trascorso tra somministrazione e decesso segnalato varia da qualche ora a 189 giorni e 397 casi sono avvenuti dopo la prima dose. Secondo un algoritmo creato dall’OMS, il 71,5% (435) ha un nesso di causalità valutabile: 259 casi non sono correlabili alla somministrazione del vaccino, 133 sono indeterminati e in 27 casi mancano delle informazioni fondamentali. 16 su 435 sono risultati correlabili, ossia 0,2 ogni milione di dosi somministrate. La morte è frequentemente legata a complicanze di patologie preesistenti.
Considerando l’andamento stabile delle segnalazioni per i diversi vaccini, AIFA ha dato comunicazione che i successivi Rapporti verranno pubblicati con cadenza trimestrale e non più mensile.”
Ergo, il prossimo dovrebbe uscire a breve.
Ieri, in un’ audizione alla Camera del Senato, proprio il Dott. Giorgio Palù, Direttore dell’AIFA ha dovuto ammettere che l’Ente di cui si occupa ha carenza di personale tra gli statistici e che, purtroppo a causa di questo, sono costretti a fare farmacovigilanza passiva, cioè su segnalazione volontaria, e questo significa che il numero di casi avversi è sicuramente sottostimata. Il Dott. Donzelli – medico e specialista in Igiene, Medicina preventiva e in Scienza dell’Alimentazione, membro del Consiglio Superiore di Sanità – teme che lo siano di almeno 580 volte se si guardano i dati americani. Palù ha anche dovuto ammettere che l’AIFA va riformata e che la richiesta è al vaglio del Ministero della Salute e del Ministro.
Tornando alla manifestazione, si potrebbero citarne tanti, di nomi e cognomi, di persone che quel giorno chiedevano giustizia… ma, in particolare, mi è rimasto impresso il caso di Marco, un ragazzo che ha perso suo padre per una reazione avversa al vaccino causando un’emoraggia intestinale… con correlazione danno da vaccino certificata.
Non posso dimenticare le lacrime di quel ragazzo, come anche non posso dimenticare le lacrime di tante mamme che hanno perso i propri figli/e. Ora c’è da chiedersi quanti Marco ancora si possono evitare? Perche tutto questo silenzio? Il dovere civico non dovrebbe essere da entrambi le parti?
Cosa chiedono? Una farmacovigilanza attiva, una presa di responsabilità, invece di far firmare ai cittadini un consenso informato che esonera il sistema, e favorire esami sui livelli del D-dimero, che è un biomarker che segnala un evento trombotico anomalo in qualche parte del corpo e che sono stati trovati in un’alta percentuale nei soggetti vaccinati con qualsiasi tipo di vaccino anti Covid, come è stato anche riportato dal sito per la segnalazione degli eventi avversi di AIFA.
Caro lettore, oggi si sente parlare molto spesso di no-vax, questo strano fenomeno che ora come non mai cresce sempre di più rispetto a gli anni passati, ma siamo sicuri che questo accrescimento non sia dovuto grazie proprio a informazioni del tutto non corrette dalle nostre stesse Istituzioni?
Credo che il termine giusto non sia no-vax, ma semplicemente persone che si fanno delle domande, che nutrono dubbi perché inascoltati e abbandonati. Penso sia molto importante, oggi, incominciare a non darci delle etichette: siamo tutti esseri umani e potremmo vivere tutti insieme, su questo bellissimo pianeta.
Basterebbe solo saper ascoltare e niente più.
Articolo di Gagliardo Simone
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