Il Polo trasporti di Terracina è situato nel settore Nord Ovest della città: esso comprende l’ormai ex Stazione (sulla quale, presto, verrà fatto un accurato reportage), il viale adiacente che la collega a via Appia nuova, parte di via Appia antica e una necropoli romana, nonché diversi resti di importanza storica e culturale, ma andiamo per gradi.
Incentrato sulla ex Stazione e comprendendo l’ex parcheggio della stessa, era stato individuato come sede delle autolinee – difatti lo è tutt’ora – ed è il principale snodo per i pendolari terracinesi, in quanto, da qui, partono i pullman che collegano anche alla stazione di Monte San Biagio (rinominata ingiustamente Monte San Biagio-Terracina mare) e con quella di Priverno Fossanova, nonché tutte le corse, sia del Cotral sia del Cotri, che è l’attuale ditta che gestisce il trasporto comunale.
La Stazione di Terracina venne inaugurata nel 1892, elettrificata negli anni ’70, era una linea secondaria che, dalla stazione di Priverno Fossanova (posta sulla tratta Roma – Formia – Napoli), arrivava fino a Terracina. La stazione, inoltre, era l’ultima fermata della vecchia linea Velletri-Terracina e funse da collegamento diretto con Roma e con Napoli (in questo caso, i passeggeri scendevano a Priverno Fossanova e prendevano le relative coincidenze), dopo una diminuizione, negli anni, del traffico sul tratto di Terracina.
Negli anni ’90, numerose richieste lo fecero di nuovo riprendere a pieno regime, dimostrandone l’effettiva utilità. Fu chiusa a seguito di una frana, avvenuta poco fuori Terracina stessa, in località Frasso e La Fiora, il 21 settembre 2012: la frana non è mai stata rimossa, il luogo non è più stato messo in sicurezza e non si comprende ancora il perchè. Promesse elettorali a parte, nulla è stato fatto.
Purtroppo, però, emergono con prepotenza numerose criticità che hanno reso l’area del Polo Trasporti a Terracina, un posto degradato. Adesso le elenchiamo: mancano i servizi igienici basilari; difatti, se disgraziatamente un pendolare dovesse averne bisogno, non potrebbe usufruire dei servizi poichè non esistono; devi essere fortunato e sperare che il bar li vicino sia aperto. Immaginate ora, le difficoltà a cui può andare incontro una persona anziana, un disabile, una donna, insomma chiunque.
Mancano le adeguate coperture, difatti le due misere pensiline non sono in grado di soddisfare il fabbisogno dell’utenza, ergo l’estate soffri sotto il sole (almeno c’è un grosso albero, per fortuna) e, d’inverno, sei esposto a vento e pioggia; ovviamente, non c’è neanche una fontanella, pertanto, d’estate non puoi neanche rinfrescarti.
La zona del parcheggio, sempre adiacente, è costruita su una necropoli di epoca romana i cui resti, completamente abbandonati, giacciono in mezzo ad erbacce ed immondizia; oltretutto, la zona in questione non è illuminata e non è videosorvegliata; esa, si estende fino a via Bologna e via Firenze e ai margini sorgono palazzi di edilizia residenziale pubblica. La zona, purtroppo, è stata spesso soggetta a segnalazioni di svariato tipo, dallo spaccio di droga, alla prostituzione, oltre all’incuria generale.
Riassumendo in breve: degrado, abbandono, immondizia, mancanza di illuminazione e videosorveglianza, in una zona, oltretutto, finita ultimamente sulle cronache locali, per un incendio che ha devastato un appartamento Ater (la cui origine è incerta e dove sono in corso indagini dei Carabinieri).
Una zona dove sono presenti resti di ville rustiche ed impianti agricoli, del I sec. d.C., destinata a sepolcreto in età paleocristiana, resti archeologici completamente abbandonati e non curati, alla mercé di tutti (mi domando dove sia la Soprintendenza Archeologia e belle arti/beni storici).
Purtroppo – e questa non vuole essere una critica, ma una considerazione – le passate amministrazioni a guida sia Procaccini, che Tintari, tutte di FDI non hanno mai – e dico mai – fatto nulla per risolvere le problematiche in essere: da cittadini ci domandiamo, perché?
Auspichiamo che il Commissario Prefettizio, Francesco Cappetta, valuti una possibile soluzione, anche temporanea, almeno per quanto riguarda la sicurezza dell’area e che interroghi la soprintendenza dei beni culturali, affinché si faccia qualcosa, per non perdere un patrimonio inestimabile e per risolvere i vari disagi dei pendolari. Come Blog Lazio torneremo presto sulla questione, approfondendo ulteriormente.
Articolo di Riccardo Esposito
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